Qualsiasi lavoratore dovrebbe porsi la domanda “quanto prenderò di pensione?”, per capire se la pensione ordinaria dell’INPS sarà sufficiente per mantenere un tenore di vita adeguato in futuro. Per effettuare una simulazione basta usare un calcolatore per la pensione ma è anche importante conoscere alcune informazioni utili per pianificare al meglio la propria uscita dal lavoro.

Pensione, stipendio e contributi: facciamo chiarezza

Innanzitutto, non bisogna fare confusione tra alcuni concetti di base. Lo stipendio è la somma ricevuta dal proprio datore di lavoro, pubblico o privato, sulla quale bisogna pagare una serie di imposte, tra cui l’IRPEF e le varie addizionali. L’altra grande trattenuta sono i contributi INPS a carico del lavoratore, che ammontano al 9,19% dello stipendio lordo e che vengono versati ogni mese all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale da parte del datore di lavoro.

 

I contributi versati all’INPS serviranno per il calcolo della pensione, poiché dal 1996 il trattamento pensionistico è calcolato esclusivamente secondo il sistema contributivo, quindi in base ai contributi versati. Per chi ha iniziato a lavorare prima, invece, si utilizza un sistema misto che tiene conto sia dei contributi che delle retribuzioni. Esistono poi una serie di aspetti che determinano l’assegno pensionistico, tra cui l’età a cui si va in pensione e l’anzianità contributiva.

Quanto è la pensione rispetto allo stipendio

Sapere quanto si prende di pensione rispetto allo stipendio permette di pianificare meglio il proprio futuro. Nel dettaglio, se stimando in modo orientativo la pensione futura ci si accorge che sarà molto più bassa dello stipendio, significa che in pensione il proprio stile di vita dovrà necessariamente adeguarsi a questa perdita di reddito.

 

Ovviamente è possibile adottare degli accorgimenti per mantenere il proprio tenore di vita, ad esempio iniziando a effettuare dei versamenti in una forma di previdenza complementare. In genere si tratta di un’opzione molto consigliata, poiché la differenza tra lo stipendio e la pensione è aumentata in modo costante negli ultimi anni a causa del passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo.

 

Di fatto le nuove generazioni sono penalizzate rispetto a quelle precedenti, poiché dovranno lavorare per un numero di anni superiore e percepiranno meno una volta ottenuta la pensione rispetto ai loro genitori e nonni. In media, con 46 anni di contributi versati è possibile aspettarsi una pensione pari a circa il 70% dello stipendio, con 40 anni di contributi circa il 60% e con 30 anni di contributi circa il 48%, quindi circa la metà dello stipendio.

 

Per calcolare la pensione in modo approssimativo è necessario utilizzare i coefficienti di trasformazione, dei valori aggiornati ogni due anni in base all’aspettativa di vita e applicati alla quota contributiva della pensione. Questi coefficienti variano in base all’età anagrafica, di solito ottenendo un valore più elevato con un’età maggiore. Per il calcolo bisogna seguire i seguenti passaggi:

  • conoscere il valore complessivo dei contributi versati;
  • moltiplicarlo per il coefficiente di trasformazione di riferimento in base all’età anagrafica;
  • dividere la somma per 13 mensilità e ottenere il valore della pensione annuale lorda.

Facciamo un esempio con un montante di 250.000 euro di contributi versati all’INPS e un’età pensionabile di 65 anni per la quale si applica un coefficiente del 5,352%. In questo caso bisogna moltiplicare 250.000 per 5,352% e dividere tutto per 13 mensilità. Dal calcolo si ottiene una pensione annua lorda di 13.380€, per una rata mensile di 1.029,23€.  

Per il calcolo della pensione mensile netta, bisogna applicare l’aliquota IRPEF, che per i redditi fino a 15.000€ è del 23%. La pensione netta, quindi, ammonta a 792,51€ al mese. Oltre all’aliquota IRPEF, bisogna applicare le addizionali regionali e comunali che variano a seconda della regione e del comune di residenza.

Quanto si prende con la pensione anticipata

La pensione anticipata ordinaria, che rimarrà in vigore fino al 2026, permette di andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di versamenti per le donne.

 

Esistono poi altre opzioni di pensione anticipata. Ad esempio, chi ha iniziato a versare i contributi dal 1° gennaio 1996 può andare in pensione anticipata a 64 anni d’età con almeno 20 anni di contributi. In questo caso l’importo minimo della pensione deve essere di almeno 2,8 volte il valore dell’assegno sociale. Essendo pari a 503,27 euro per 13 mensilità nel 2023, il trattamento pensionistico dovrà essere di almeno 1.409,13 euro.

 

La differenza tra lo stipendio e la pensione in caso di pensionamento anticipato varia molto ma ad ogni modo, nel sistema contributivo, l'assegno pensionistico è più basso quando si va in pensione prima. Questo avviene per due motivi principali:

  • Pensione di vecchiaia: chi ha almeno un anno contributivo prima del 1° gennaio 1996 può andare in pensione con 20 anni di contributi e 67 anni d’età. Per chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 1° gennaio 1996, invece, è richiesto che l’importo della pensione sia di almeno 1,5 volte l’assegno sociale, ossia pari o superiore a 754,89 euro nel 2023.
  • Pensione anticipata: a prescindere dall’età anagrafica, è possibile andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, mentre il trattamento pensionistico viene calcolato con il sistema misto o retributivo. Chi invece ha cominciato a versare i contributi dopo il 1° gennaio 1996 può andare in pensione anticipatamente a 64 anni d’età con 20 anni di anzianità contributiva, purché l’importo della pensione sia pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale nel 2023, ossia almeno 1.409,13 euro.

La pensione anticipata conviene?

La pensione anticipata conviene quando permette di andare in pensione mantenendo un tenore di vita adeguato. Per questo motivo, bisognerebbe sempre chiedersi “quanto prendo di pensione se esco prima?”. In questi casi è importante capire se vale la pena uscire dal lavoro prima del tempo oppure se è più vantaggioso attendere ancora qualche anno e aumentare l’importo dell’assegno pensionistico.

 

Per effettuare dei calcoli attendibili è possibile usare i calcolatori online della pensione, utilizzando ad esempio lo strumento messo a disposizione dall’INPS “La mia pensione futura” accessibile tramite SPID (Sistema Pubblico d’Identità Digitale), PIN, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Altrimenti è possibile rivolgersi a un CAF così come ai consulenti di Alleanza per richiedere il calcolo della pensione.

Quant'è la pensione con 20 anni di contributi

Per chi si sta avvicinando alla pensione di vecchiaia, ma ha pochi anni di contributi versati, è fondamentale chiedersi quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi, ossia il minimo di anzianità contributiva per accedere a questa forma di pensionamento. In questo caso l’assegno pensionistico sarà all’incirca il 40% dello stipendio, ma varia in base al tipo di sistema applicato (retributivo, contributivo, misto).

 

In questi casi è indispensabile evitare una perdita così elevata di tenore di vita. Per garantire un futuro sereno è opportuno valutare di costruire una pensione integrativa, ad esempio attraverso Alleata Previdenza di Alleanza. Si tratta di un piano di previdenza complementare flessibile, dinamico e vantaggioso, che offre la possibilità di scegliere quanto versare, la frequenza dei versamenti, la linea di investimento e di decidere liberamente se abbinare una copertura per tutelare la propria autonomia.

Come integrare una pensione?

Per non farsi cogliere impreparati è fondamentale stimare quanto si prenderà con la pensione ordinaria dell’INPS, per capire se è necessario integrare l’assegno pensionistico con una forma di previdenza complementare. Questi strumenti consentono di integrare la pensione INPS per non perdere il proprio tenore di vita, con la possibilità di aderire versando una parte dei propri risparmi o il TFR.

 

Una volta maturati i requisiti per la pensione di vecchiaia, con almeno 5 anni di partecipazione alla previdenza integrativa, sarà possibile trasformare il capitale accantonato in una rendita, oppure richiedere la liquidazione del 50% della somma sotto forma di capitale. Inoltre, la previdenza complementare garantisce tanti vantaggi, tra cui la possibilità di richiedere anticipazioni e riscatti se in possesso di certi requisiti, la valorizzazione del capitale versato nel tempo, una tassazione agevolata dei rendimenti e la deducibilità fino a 5.164,57 euro l’anno.

FAQs

Come calcolare la pensione?

Per calcolare la pensione esistono degli strumenti online gratuiti, come “La mia pensione futura” dell’INPS, altrimenti è possibile rivolgersi a un CAF o ai consulenti di Alleanza.

 

Conviene andare in pensione in anticipo?

Andare in pensione in anticipo conviene quando l’assegno pensionistico non è eccessivamente penalizzato, oppure quando si dispone di una previdenza integrativa che permette di mantenere il proprio tenore di vita anche in futuro.