Con l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e l’Agenda ONU 2030, i governi europei hanno deciso di progettare una serie di azioni volte a disegnare un modello di sviluppo basato sulla sostenibilità come principio guida di tutte le strategie politiche e finanziarie. Il piano d’azione dell’Unione Europea per la finanza sostenibile ha così introdotto il primo Regolamento europeo (Sustainable Finance Disclosure Regulation o SFDR) che mira a introdurre una definizione condivisa del termine “sostenibilità” per gli investimenti finanziari e a disporre una serie di obblighi di trasparenza nei confronti degli operatori che li gestiscono. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e soprattutto cosa prevede.

Indice

Cos’è il Regolamento SFDR?

Il 10 marzo 2021 è entrato in vigore il Regolamento Ue 2019/2988 della Commissione europea sull’informativa sulla sostenibilità dei servizi finanziari (SFDR), che ha come scopo quello di ampliare e standardizzare le informazioni relative ai processi di investimento ESG. Grazie a queste informazioni, dovrebbe essere più semplice per gli investitori comparare diversi prodotti di investimento e comprenderne allo stesso tempo il livello di sostenibilità. 

Gli investimenti ESG

Gli investimenti ESG (Environmental, Social e Governance) rappresentano tutti quegli investimenti in società emittenti, titoli o fondi che garantiscono il rispetto di determinati criteri misurati attraverso il rating ESG, in grado di valutare gli investimenti e l’impegno di un'impresa verso pratiche aziendali sostenibili. I fattori ESG, come spiegato dall’acronimo, comportano un’analisi:

 

  • Ambientale, attraverso parametri come l’attenzione al cambiamento climatico, le emissioni di anidride carbonica, l’efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali e così via;
  • Sociale, incentrata su aspetti come il rispetto dei diritti umani, le condizioni di lavoro dei dipendenti e il controllo della catena di fornitura;
  • Di governance, su questioni come la diversità nella composizione dei consigli di amministrazione (presenza femminile, per esempio), o la definizione di obiettivi di sostenibilità nella remunerazione del top management.

Cosa prevede il Regolamento SFDR?

Il Regolamento Sfdr prevede che ogni società di gestione e consulenza divulghi sul proprio sito web e sull’informativa precontrattuale le informazioni relative alle politiche adottate per integrare i rischi di sostenibilità nei propri processi decisionali di investimento, e i principali impatti negativi che gli stessi rischi potrebbero avere sul rendimento dei prodotti finanziari. Tutte le società e i consulenti che decidono di non prendere in considerazione i fattori e i rischi di sostenibilità, dovranno motivare la loro scelta su siti web e sull’informativa precontrattuale.
Il Regolamento presenta delle definizioni specifiche sia per quanto riguarda i rischi di sostenibilità, sia per i principali impatti negativi:

 

  • I rischi di sostenibilità fanno riferimento a eventi o condizioni ambientali, sociali o di governance (come i cambiamenti climatici), che potrebbero causare un impatto negativo sostanziale sul valore di un investimento;
  • I principali impatti negativi sono tutti gli effetti negativi che le decisioni di investimento o la consulenza potrebbero avere sui fattori di sostenibilità. 
 

SFDR: i prodotti sostenibili

Ma quali sono i prodotti che possono essere definiti sostenibili?

Il Regolamento SFDR, nonostante abbia come scopo principale quello di stabilire delle regole uniformi e trasparenti riguardo tutte le informazioni che ogni società è tenuta a divulgare in merito a rischi di sostenibilità e impatti negativi, è stato di fatto interpretato come uno strumento di classificazione dei fondi, utile a stabilire quali possono davvero definirsi sostenibili.
All’interno della normativa troviamo una definizione di investimento sostenibile. Per potersi considerare tale, è necessario che rispetti tre requisiti:

 

  • Deve contribuire a un obiettivo ambientale o sociale;
  • Non deve danneggiare in modo significativo alcun altro scopo ambientale o sociale (principio DNSH "do no significant harm");
  • Le società partecipate devono avere buone pratiche di governance.
 

SFDR: quali sono le categorie di prodotti coinvolti?

Attualmente il Regolamento SFDR specifica tre categorie distinte di prodotti ESG gestiti da società d’investimento con sede nell’Unione Europea:

 

  • I prodotti “dark green” o Articolo 9, che si pongono un obiettivo sostenibile, puntano a ottenere specifici risultati di sostenibilità (a livello ambientale o sociale) e al tempo stesso perseguono risultati finanziari.
  • I prodotti “light green” o Articolo 8, che promuovo le caratteristiche sociali e/o ambientali e possono includere investimenti sostenibili (che però non rappresentano l’obiettivo principale);
  • I prodotti “grey green” o Articolo 6, che non applicano filtri nelle scelte di investimento.

Le società appartenenti all’articolo 6 dovranno esplicitare nei propri documenti perché non tengono conto dei rischi di sostenibilità. Dal lato opposto, i dark green dovranno mostrare ai propri clienti con dati quantitativi quanto i loro investimenti siano sostenibili. Al centro dei due gruppi si trovano i light green, ai quali è richiesto almeno di indicare in che modo tengono in considerazione le caratteristiche ESG.

 

I dark green

A questo gruppo appartengono coloro che fanno della sostenibilità una filosofia di vita. I “dark green” hanno l’investimento sostenibile come obiettivo principale, nella ferma convinzione che senza di esso possa esserci alcuna profittabilità negli investimenti, almeno nel lungo periodo. L’onore del virtuosismo racchiude però anche degli oneri: i gruppi appartenenti all’Articolo 9 dovranno infatti dimostrare ai propri clienti, con dati quantitativi e non solo a parole, quanto i loro investimenti siano davvero sostenibili.

 

Ad esempio: Si può investire in aziende che non effettuano test sugli animali, vietano l’uso di sostanze dannose per la salute, utilizzano esclusivamente fonti rinnovabili di energia o utilizzano e promuovono una comunicazione totalmente trasparente verso gli stakeholders.

I light green

Di questo gruppo fanno parte tutti quei fondi che promuovono la sostenibilità al fianco di altri fattori (come ad esempio: riduzione del rischio, diversificazione del portafoglio, etc..). Gli investimenti “light green” pertanto utilizzano criteri di scelta più flessibili rispetto agli investimenti “dark green”. Pur tenendo in considerazione gli obiettivi ESG non ne fanno il loro scopo principale.

 

Ad esempio: Si può investire in aziende che promuovono il riciclo e il riuso del prodotto, rispettano la parità di genere a tutti i livelli di competenza, investono nelle tecnologie per l’uso delle risorse rinnovabili, adottano solide misure di sicurezza per i dipendenti, fornitori e clienti.

I grey green

Questi investimenti non prevedono l’applicazione di filtri legati strettamente alla sostenibilità e per questo investono in tutti i settori. 

SFDR: le informazioni da pubblicare

Secondo il Regolamento, tutti i prodotti devono prevedere un’informativa: i prodotti Articolo 6 devono divulgare il modo in cui i rischi di sostenibilità sono integrati nelle decisioni di investimento, nonché una valutazione dei probabili impatti dei rischi per la sostenibilità sui rendimenti dei prodotti finanziari, mentre i prodotti Articolo 8 e Articolo 9 devono:

 

  • Identificare gli indicatori di sostenibilità utilizzati per misurare il raggiungimento delle caratteristiche ambientali o sociali promosse o l’obiettivo di investimento sostenibile;
  • Spiegare i criteri utilizzati per selezionare gli investimenti per raggiungere ciascuna delle caratteristiche ambientali o sociali o l’obiettivo di investimento sostenibile;
  • Spiegare come viene implementata la strategia nel processo di investimento in modo continuativo;
  • Dichiarare la policy per la valutazione delle buone pratiche di governance presso le società partecipate;
  • Divulgare l’asset allocation pianificata e la percentuale di investimenti che non sono allineati con le caratteristiche ambientali o sociali promosse o non contribuiscono all’obiettivo di investimento sostenibile, nonché spiegarne lo scopo e se esistono garanzie ambientali o sociali minime;
  • Spiegare in che modo i derivati vengono eventualmente utilizzati per raggiungere le caratteristiche ambientali o sociali o l’obiettivo di investimento sostenibile;
  • Descrivere in che modo gli investimenti contribuiscono a un obiettivo di investimento sostenibile;
  • Divulgare l’impatto sui fattori di sostenibilità;
  • Indicare se esiste un benchmark di riferimento designato e se è allineato alle caratteristiche ambientali o sociali promosse o all’ obiettivo di investimento sostenibile;
  • Dichiarare se prevedono un obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio (solo per i prodotti Articolo 9).

Il Regolamento SFDR rappresenta un passo fondamentale verso la crescita e lo sviluppo di investimenti sostenibili ed ESG all'interno dell'Unione Europea. E poiché l'interesse degli investitori per gli investimenti sostenibili continua a crescere, la normativa offre consigli e parametri di confronto, incoraggiando le società di gestione degli investimenti e i consulenti a sostenere il flusso di capitale verso prodotti di investimento sostenibili.